Dribbling: egoismo o gioco di squadra ?

Quante volte guardando un giocatore che vuole dribblarne un altro o più, abbiamo detto “Sei un veneziano!!!!”?
Ma è proprio così?
Non ho una risposta definitiva, ma solo la mia opinione.
Il dribbling è uno dei mezzi a disposizione dei singoli per giocare a calcio, così come il passaggio, il colpo di tacco, il tiro … ecc.
E’ molto importante se correlato correttamente con la migliore lettura dell’azione e anche la migliore visione di gioco e fantasia del momento.
Trovo molto interessante il gioco delle squadre di Guardiola perchè più si addicono al mio concetto di calcio che è un mix di individualismo e gioco di squadra.
Già, perchè come in molte cose della vita, le cose giuste stanno nel mezzo, una miscela di situazioni e non la loro estremizzazione in un senso o nell’altro.
Sostengo fermamente che il dribbling sia molto importante per crearsi uno spazio che altrimenti non ci sarebbe e avere così la possibilità di far proseguire l’azione coinvolgendo il resto della squadra con un successivo passaggio, cross, uno-due … ecc.
Quali sono gli estremi? Non tentare mai un dribbling quando servirebbe (insicurezza, paura di sbagliare) oppure farlo continuamente (pretendere troppo da se stessi) mettendo a rischio situazioni o l’intera partita con un eventuale perdita di possesso a favore degli avversari e del loro eventuale contropiede.
Questi ESTREMI non mi piacciono.
Per questo bisogna essere lucidi e usare tutta la nostra intelligenza nel capire quanto insistere e quando il nostro momento deve diventare quello di un nostro compagno e poi dell’altro e così via, creando gioco.
Mi piace l’idea di giocare “Dribbling + Passaggio”, perchè ti costringe ad alzare la testa, a guardare il gioco e a capire meglio le situazioni.
L’importante è … NON ESAGERARE !!!