Nel bene e nel male

Ogni settimana, ogni allenamento e ogni partita sono fonte e oggetto al tempo stesso di scelte, decisioni, assunzioni di responsabilità che spesso vengono sottovalutate sia dai ragazzi, sia dai collaboratori che a loro volta sono più indirizzati a guidicare la superficie ignorando tutto quello che c’è dietro e soprattutto quello che c’è avanti, nel futuro, in seguito all’operato.
Noi allenatori, parlando di quelli che conosco, siamo sempre molto determinati e convinti di quello che facciamo e ce ne assumiamo la responsabilità sapendo che non dobbiamo aspettarci la comprensione da parte di nessuno e dobbiamo volare bassi, senza presunzioni, con tanta umiltà, lavorando tutti i giorni pensando al nostro bene principale: i ragazzi.
Non vedo un obbiettivo diverso da quello di vincere.
Certo, ma cosa credete? Io voglio Vincere … penso come tutti, no?
Ma cosa vuol dire “vincere”?
Vincere vuol dire fare breccia nei propri giocatori, dargli qualcosa che per loro sia importante, non solo essere una guida, ma anche il supporto che serve tecnicamente, tatticamente e umanamente per migliorarsi e perseguire quell’obbiettivo comune che è VINCERE.
Non è semplice e noi lo sappiamo, ma la passione che abbiamo è talmente tanta che superiamo qualunque difficoltà.
Si studia, si preparano gli allenamenti cambiandoli più volte prima di scegliere quello giusto, si guarda il meteo (già, io guardo anche quello), si fanno i conti con gli infortuni sia per le partite che per gli allenamenti, si ragiona sui problemi personali che hanno i singoli, con cui si cerca anche di parlare e di far parlare, e si cerca in qualche modo di fare una quadra di ogni situazione.
Non siamo perfetti, ma cerchiamo di esserlo.
Non siamo simpatici, ma cerchiamo di esserlo.
Non siamo neppure belli … hahaha !!!! Vabbè, parlo per me, ovviamente.
Scherzi a parte, siamo sempre sul pezzo e non si molla mai, si lotta fino in fondo.
Ho avuto modo di vedere quest’anno allenatori con la propria squadra in estrema difficoltà e, dato che in passato mi sono trovato nella stessa situazione, ho potuto apprezzare e capire meglio il sacrificio che fanno e che ho fatto quando è toccato a me.
Noi allenatori siamo quelli che stanno tra l’incudine e il martello e che, se anche ti dicono il contrario, si sentono sempre sotto esame.
Io sostengo sempre che prima di sfidare gli avversari bisogna sfidare se stessi tutti i giorni, quindi in primis sono sotto esame con me stesso, poi vengono tutti gli altri.
“TESTA BASSA E LAVORARE” deve valere prima di tutto per noi, altrimenti non saremmo credibili per i nostri ragazzi.

Secondo me l’importante è quello di cercare sempre di portare serenità, dialogo e semplicità e di condividere tutto questo con chi ci sta attorno.

Forza Villapizzone !!!