Sono nato nel 1973 e da bambino ho goduto dei campioni del Calcio, quelli che mi hanno trasmesso la passione e che sono diventati esempi da seguire e non seguire, a seconda del personaggio, o da imitare.
Poi ci sono gli altri, gli idoli, i fenomeni, genio e sregolatezza, dentro e/o fuori dal campo e vi assicuro che ce n’erano di più allora che oggi, anche perchè il mondo è cambiato.
La figura che comunque più di tutte ha caratterizzato la mia generazione è stata sicuramente quella di Diego Armando Maradona che arrivato in Italia non è andato all’Inter, alla Juve o al Milan, squadre superblasonate, ma al Napoli, una città calorosa e del tutto particolare che ha accolto, abbracciato e adottato il grande campione tanto da far diventare Napoli stessa figlia di Maradona.
Chi non si ricorda del Pibe De Oro quando con un gesto d’astuzia ha messo in rete un pallone con la mano? La “Mano de Dios!!!” intitolarono subito i giornali e da allora quella è rimasta per tutti … per sempre.
Ma lui era ben oltre, era un genio del Calcio, col pallone faceva quello che voleva e per fermarlo a volte non bastava nemmeno tirarlo giù perchè se non voleva cadere non cadeva … e questo se lo ricordano molti suoi avversari dell’epoca. Per referenze chiedere a Claudio Gentile.
Fantasia, genio e sregolatezza, tanto che fuori dal campo è diventato un po’ meno campione di quanto era sul rettangolo verde, ma tutto gli è sempre stato perdonato, perchè lui era Maradona e questo era tutto … ma proprio TUTTO.
Anche dopo essere andato via da Napoli, Maradona è rimasto nell’immaginario della gente, tanto che quasi Napoli si identifica in lui.
Oggi una città è in lutto, ma in fin dei conti lo siamo tutti, un po’ per quello che Maradona è stato e un po’ per quello che non è stato.
Addio Diego, buon viaggio, perchè è stato un viaggio … vero?