Negli ultimi 15 anni abbiamo perso alcune abitudini e ne abbiamo prese altre, sia da punto di vista tattico che dal punto di vista tecnico, ma quello che di più mi colpisce l’ambito della tecnica individuale.
Il mio credo è “EQUILIBRIO” … in ogni cosa, sia nella vita personale sia in quella professionale ed è un po’ quello che cerco nelle mie squadre, nei miei giocatori, partendo dai principi ma creando la giusta elasticità.
Arrivando al dunque, i fattori secondo me rilevanti a livello di tecnica individuale da portare al gioco della squadra sono Dribbling, di cui vi parlo adesso, ma anche Visione periferica, Tiro e Possesso di cui invece affronterò le problematiche prossimamente.
DRIBBLING
Ogni giocatore ha delle caratteristiche personali e quando una società acquista o ingaggia un giocatore lo fa per le sue doti e le sue caratteristiche, quindi ho un giocatore che sa saltare l’uomo, perché dovrei costringerlo ad un tiki-taka che annullerebbe semplicemente il suo valore?
Troppe volte si vogliono le cose dai giocatori, dai ragazzi del settore giovanile, si desidera il risultato ma non gli si danno i mezzi e le informazioni per darli e questo è un problema.
Tante volte non basta gridare “salta l’uomo !!! e poi passa la palla” anche se si tratta di un esercizio, ma servono informazioni e stimoli.
Le INFORMAZIONI che servono a dare il “LA” al ragionamento possono essere degli esempi magari partendo dalle innumerevoli cose che si possono vedere in TV o su Youtube, dai disegni, gli schemi ecc….
Gli STIMOLI sono forse i più importanti di tutti, perché per saltare l’uomo, il famigerato “1 VS. 1” ci vuole sicurezza in se stessi, nei propri mezzi e una voglia smisurata di essere là, oltre l’avversario e con la palla.
Sulle Informazioni non mi soffermo troppo, ma sugli stimoli voglio dare una certa attenzione perché, come ho detto prima, non serve solo “pretendere” ma bisogna trasmettere sicurezza e mettere i ragazzi nella condizione di esserlo anche attraverso consigli, correzioni, osservazioni su quello che sta o sta cercando di fare.
Nel calcio di oggi l’1Vs.1 è un problema perché si predica molto il possesso e il palleggio ma molto poco il dribbling e io non sono d’accordo.
Sempre per il mio concetto di equilibrio, serve tutto, nella giusta misura insieme alla visione periferica e di squadra.
A volte, nelle esercitazioni, mi invento situazioni dove forzo 1 dribbling + 1 passaggio + 1 smarcamento + 1 cambio di gioco proprio per portare a livello propedeutico a vedere queste situazioni miscelate tra di loro e magari ci faccio una seduta completa e la rivedo 2 giorni dopo e la settimana dopo ancora, mettendole anche come regole delle partite a tema.
Poi organizzo partitelle dove li lascio liberi di giocare chiedendo solo di mettere in pratica i vari argomenti visti in allenamento.
Li lascio comunque liberi di pensare, non sono automi, macchine, robot, sono persone, sono ragazzi che hanno voglia e ogni cosa che fanno giusta e sbagliata devono comunque ricevere critiche sia negative per gli errori sia positive, anche quando sbagliano, perché per stimolarli hanno bisogno di sentirsi anche gratificati per l’impegno. Questo li aiuta ad essere più sicuri di se stessi e a migliorare.
Oggi manca l’ “1 Vs. 1”, ma andrebbe insegnato come una materia obbligatoria, di quelle importanti, che se non hai almeno la sufficienza rischi la bocciatura, una di quelle imprescindibili perché tutti devono saperlo fare, anche il portiere.