Un’altra domenica, l’ennesima, dove si macina gioco, niente palla lunga, si costruisce da dietro e si gioca a Calcio, quello che voglio io e vi assicuro che in Terza Categoria non è così scontato, anzi, molti giocano solo di fisico e cattiveria, oltre a lanci lunghi e … “poi ce la giochiamo là davanti”.
Niente, abbiamo fatto di tutto, non ho tenuto il conto dei tiri in porta, dei pali, dei salvataggi ravvicinati del portiere avversario e del rigore che abbiamo sbagliato, ma … niente, non c’è stato verso.
Continuiamo a disputare delle partite tecnicamente migliori degli avversari ma non riusciamo a metterla dentro, pur tirando tantissimo, poi a loro bastano 3 azioni per fare 3 gol, assurdo.
Di certo c’è che la colpa è nostra e dobbiamo fare una seria autocritica.
Non è che siccome siamo in terza categoria allora non possiamo giocare e allenarci in modo serio, non è che possiamo fare le cose a caso.
Sempre gli stessi errori a fine partita, si comincia (forse per la stanchezza o forse no) a dare la colpa a qualcun altro, ai compagni creando delle tensioni che non devono esistere.
Ovviamente si va avanti e pensiamo a creare le basi si qualcosa pensando al futuro, anche se al momento non sappiamo nemmeno quale possa essere, ma lavoriamo per migliorare e soprattutto capire.
Qua nessuno si deve e si può sentire intoccabile, a partire dall’allenatore (che sta scrivendo) e fino a tutti i giocatori, dirigenti, società.
Al momento chi continua ad accusare gli altri dovrebbe pensare ai danni che sta creando e riprendere quell’umiltà che fa grande l’Uomo.
Tutti facciamo bene e tutti facciamo male, bisogna sempre pensare alle soluzioni, non solo alle ipotetiche e personali colpe, perché non porta a niente.
Credo nei miei ragazzi dal primo all’ultimo, in quello che polemizza, in quello che da sempre le colpe agli altri, in quello che si lamenta con me e con tutti, in quello che si impegna, in quello che si scusa, in quello che ci prova e sbaglia, in quello che ha paura di provarci ma poi ci prova ugualmente…. io credo in tutti, perché li conosco, conosco le loro potenzialità e se mi arrabbio e perdo la pazienza è proprio per questo motivo, perché rispetto a quanto avremmo potuto raccogliere con le capacità a disposizioni, le avessimo sfruttate bene, non saremmo di certo in questa situazione.
Ora a me non piace recriminare e quindi non lo farò.
Testa bassa e lavorare fino alla fine (non credo ci sia il copyright su questa frase).