Spesso sottovalutata a scapito del gioco, ma ancor più spesso spinta eccessivamente nel momento sbagliato di crescita di un bambino.
Fino ad una certa età, direi 10 anni, devono giocare, divertirsi e la tecnica individuale o collettiva non devono essere un’ossessione per loro o per il loro educatore sportivo, ma a volte questi ultimi si fanno prendere un po’ la mano per le pressioni che ricevono dalla società sportiva o da alcuni genitori.
Comprensibile, non è facile allenare, come gestire i rapporti con chi non fa parte della squadra. E questo vale qualunque età abbiamo i ragazzi.
Tuttavia mi sento di dire che secondo me la virtù sta nel mezzo.
L’arte sta nel trovare il modo di farli giocare insegnando loro (senza quasi che se ne rendano conto) la tecnica individuale o di squadra, con giochi mirati, astuti, con poche regole, insomma … il più semplici possibile.
Crescendo questo tornerà utile perché inevitabilmente giocando impareranno anche la disciplina, indispensabile per imparare a giocare in gruppo.
Non servono tanti attrezzi, ma piuttosto una grande fantasia dell’allenatore che deve imparare a giocare con le proprie idee, perché “solo giocando si può far giocare nel modo migliore” (giuro che non l’ho copiata da nessuna parte).
Nella mia esperienza ho notato che le cose fondamentali di cui i bambini sotto i 10 anni hanno bisogno sono:
– correre
– calciare il pallone
– gareggiare tra di loro
Su queste caratteristiche esistono tanti spunti su internet, quindi basta cercare e trovate tutto, ma l’importante è saper e sapersi adattare alle caratteristiche dei propri bambini o ragazzi (a seconda dell’età) per non esiste niente di assoluto.
La creatività e le varianti continue, se mirate e studiate bene, sono fondamentali per tenere alti gli stimoli ed ottenere il massimo.
Sono in grado oggi allenatori e società sportive di portare avanti questi concetti?