… e magari ad insegnarlo ?
Arrivato a fine stagione, torno sempre a ragionare sul Calcio, su cosa ho fatto di buono e di male durante l’anno e, più in generale, vado a rivedere tutto quello che mi è successo intorno.
Oggi è evidente quanto il problema sia il gioco più di ogni altra cosa e spesso infatti vedo squadre, dai Giovanissimi fino alle prime squadre, giocare tecnicamente sempre meno ma utilizzare sempre di più la prestanza fisica per cercare di vincere.
Già, per VINCERE. Questo obbiettivo che condiziona i Mister e le Società, ma è giusto?
Il mio pensiero
Trovo corretto insegnare l’agonismo e che si gioca per vincere, ma spesso vengono dimenticati o messi in secondo piano quegli aspetti che invece vanno posti davanti a tutto e a fronte dei quali “vincere” viene dopo.
Per quanto mi riguarda inseguo prima di tutto il “gioco”, quello col cervello, ma anche con cuore e gambe, perché devi imparare che per raggiungere un risultato, dove sono molti a competere, nessuno ti regala niente e se si vuole “giocarsela” bisogna sputare sangue, sudare, dare l’anima, sfondarsi i polmoni.
Uno dei problemi principali tuttavia è che secondo il luogo comune il Mister dovrebbe “spaccare” i ragazzi durante la preparazione e anche durante l’anno negli allenamenti, ma secondo me la realtà è leggermente diversa.
Il Mister deve sì dare una buona se non ottima preparazione atletica ma soprattutto deve motivare, deve spingere i ragazzi a esprimere carattere e personalità, ad avere coraggio e a lottare per raggiungere i risultati col sacrificio, perché solo in questo modo si riesce a dare il giusto peso alle cose.
La vittoria viene dopo, almeno nelle giovanili, poi ovviamente quando si arriva alla prima squadra giocare per vincere diventa una priorità più professionale, ma si parla di una nuova fase di un percorso cominciato da bambini, quindi è plausibile.
Cosa serve insegnare
Senza parlare di Juniores/Primavera o Prima squadra, che meriterebbero un discorso a parte, nel settore giovanile la prima cosa è solo divertirsi fino agli Esordienti imparando giocando la tecnica e qui sono molto importanti le competenze degli istruttori.
Dai Giovanissimi in su le cose cominciano a farsi più serie e quindi diventa più intensa la preparazione atletica, ma anche la tecnica individuale e collettiva.
A me piace vedere i passaggi di prima, a un tocco, ma questa è tecnica che va allenata … e poi ?
Pensiamo solo al Tika Taka?
No, dai, a me piace vedere i dribbling, saltare l’uomo anche con qualche giochetto, un lancio lungo, uno stop di petto, qualche tiro eccezionale con uno stop altrettanto incredibile … solo che non bisogna esagerare con l’egoismo, ma è necessario pensare sempre che ogni azione è in funzione della squadra e non solo del singolo, altrimenti si giocherebbe da soli.
Valorizzando le caratteristiche tecniche dei singoli ragazzi, valorizzi anche la squadra.
Se ho in squadra Maradona non posso fargli fare solo passaggi di prima, scarico e ampiezza, perché le sue caratteristiche sono altre (che però devo capire), come il dribbling, gli assist e il tiro, e sono proprio quelle che devo fargli mettere a disposizione della squadra dandogli la serenità di esprimerle nel modo corretto.
Palla avanti e palla indietro, cioè Appoggio (avanti), Sostegno (dietro), giocare in ampiezza per aprire gli spazi agli avversari, chiudere velocemente e verticalizzare il più velocemente possibile, far ripartire tutto da dietro quando non si trova una soluzione per sfondare, tirare anche da fuori area, cambi di gioco …. devono farli tutti, ma ognuno con le proprie caratteristiche tecniche.
Questo per me è Calcio, ma non la pensiamo tutti nello stesso modo … per fortuna.