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  • Ripresa in salita

    E’ un momento delicato per il calcio dilettantistico in Lombardia e a Milano, perchè dopo un lungo (troppo) periodo di stop a causa del protocollo Covid, si riparte con o senza preparazione.
    Squadre fortunate che hanno avuto pochi casi di positività si stanno allenando da tempo, altre invece, come la mia squadra, hanno qualche difficoltà in più.
    Questa settimana, dopo alcuni allenamenti dove siamo stati in 9, 8, 6, ma anche in 2, siamo riusciti ad allenarci in 14 (sembrava un sogno) giusto venerdì, prima di un allenamento congiunto.
    Abbiamo giocato in una situazione veramente surreale, per le difficoltà atletiche dovuta alla mancanza di preparazione atletica, non avendo potuto farla, ma ho anche avuto molte soddisfazioni e informazioni per il futuro.
    Ora l’unica speranza è quella di tornare alla normalità in modo da essere tutti più sereni e di poterci allenare e giocare le nostre partite senza ingerenze esterne dovute a questa pandemia.
    Ora testa bassa e lavorare …

    Forza Sempione Half !!!


  • La scelta

    Oggi mi sono trovato a leggere un post dove ho trovati una esternazione mediatica del noto Pep Guardiola su quello che è semplicemente il suo calcio che riporto qui sotto.

    Nessuna descrizione alternativa per questa immagine

    Un estratto quindi poche parole da interpretare, anche se c’è già molto contenuto se vogliamo.

    Un commento dice “E la scelta?”
    Effettivamente alla prima lettura si direbbe che lui pilota la squadra come se giocasse a FIFA sulla sua PS4 ma non è proprio così.
    Lavora sui principi quindi è ovvio che si danno delle direttive sul come disporsi in campo a seconda delle situazioni, ma si deve tener conto che le situazioni cambiano continuamente e che si arriva solo fino ad un certo punto, poi bisogna saper leggere la partita da dentro il campo e fare delle scelte, soprattutto quando ti arriva la palla e, come dice Pep, GIOCHI.
    Le scelte ci saranno sempre, ma devi capire quali scelte hai a disposizione ed è su questo che Pep, ma direi anche qualunque allenatore, lavora.
    Se invece non do alternative, non stimolo la scelta, anche quella più coraggiosa, ingabbio i ragazzi sul campo e piano piano spengo la loro creatività e a ruota anche gli stimoli per fare meglio.
    “Giochiamo in profondità sull’esterno basso che va in sovrapposizione”. Bene, ma cosa vuol dire? Vuol dire Giochiamo profondo sull’esterno … ma poi … poi cosa fa? Deve scegliere cosa fare.
    E lì scatta la lettura del momento, di cosa sta facendo (o non sta facendo) l’avversario per fermarmi, chi tra i miei compagni può aiutarmi, la possibilità di affondare individualmente, pensare a cosa fare se non riesco nel mio intento ma senza perdere la palla, .. ecc…
    Come vedete di scelte da fare ci si sguazza.

    Trovo interessantissimo parlare di questi argomenti perchè ci si confronta ed emergono sempre considerazioni nuove e … anche delle idee.


  • Correre o far correre la palla ?

    In campo tutti vogliono giocare col pallone tra i piedi, tutti vogliono dribblare gli avversari, tutti vogliono tirare, ma … quando c’è da correre … ecco, qui c’è un problema.
    Giocare a Calcio è fatica e sacrificio, ma allo stesso tempo divertimento e gloria, quindi far collimare tutto quello che serve non è semplice.
    Per quello che mi riguarda, ma penso che sia un pensiero comune a tutti i Mister, la prima cosa è quella di essere in grado di correre tutta la partita o, come dico spesso, bisogna riuscire a correre due partite per essere pronti.
    Tuttavia in campo non servono solo i muscoli e i polmoni, ma anche il cervello e deve essere lucido, lesto per dare i risultati.
    Da qui mi viene in mente una celebre frase di Roberto Baggio “E’ sempre meglio far correre la palla. La palla non suda” che letta così sembrerebbe la mancanza di voglia di sacrificarsi, ma letta nel modo corretto è l’interpretazione del calcio più puro.
    Far correre la palla, vuol dire far correre gli avversari, e allo stesso tempo risparmiare energie in modo da arrivare nella miglior condizione possibile in fondo ad una partita.
    In fin dei conti abbiamo avuto molti esempi di questo calcio, dal Brasile di Pelè al Barcellona del TikiTaka … calcio brillante, spumeggiante dove non si correva come dei disperati fino a quando crampi e fiato ti costringevano al cambio, salvo situazioni particolari, ma si prediligeva far girare la palla in modo anche spettacolare.
    Oggi, dai miei ragazzi, non pretendo tutto questo anche perchè il gioco è cambiato e comunque è diverso categoria per categoria, ma saper giocare con precisione la palla e ottimizzare gli sforzi sono sempre alla base.
    Torno sempre ad un concetto per me fondamentale e di cui ho già scritto, l'”equilibrio”, e per questo cerco sempre l’equilibrio nell’assetto della squadra, in modo da permettere sia di saltare l’uomo, sia di fare qualche sgaloppata in profondità, ma pretendo che ci sia anche controllo delle proprie fatiche quando è il momento e soprattutto il palleggio di squadra che sia il più preciso possibile.
    Insomma, per me il calcio sta tra Gattuso e Baggio, magari prendendo il meglio del calcio possibile che si trova in queste due interpretazioni.
    Determinazione, cattiveria agonistica e voglia di gioco di squadra sono le fondamenta di tutto e poi … tutto il resto. Amen.


  • Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo !!!

    Era il 1986 e questo ragazzino di 13 anni si ritrova a vedere di nascosto un film un po’ “violento” intitolato Gunny con Clint Eastwood e questo evento segna fortemente la sua vita.
    Parlo in terza persona ma quel bambino ero io e come per tante altre cose vissute, questa è rimasta nel mio bagaglio.
    Sembra banale ma quando si è ragazzini, tutto quello che ci accade direttamente o indirettamente ci plasma e ci insegna tante cose, poi sta a noi distinguere il buono dal cattivo anche con l’aiuto di chi ci cresce.
    Nel mio caso questo film mi ha insegnato tanto che ancora oggi metto alla base di tutto.
    Dentro ci ho trovato DISCIPLINA, RISPETTO, ESSERE UN ESEMPIO, ALTRUISMO, SACRIFICO, DETERMINAZIONE, FARE SQUADRA e tante altre cosine.
    La cosa che mi è rimasta più nel cervello e che è ad oggi alla base del mio modo di essere è proprio questo “Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo” che cerco di trasmettere ai miei figli per crescere ma anche ai miei ragazzi giocatori per crescere sia come persone che tecnicamente come squadra, perchè nel calcio le cose si realizzano come collettivo.
    E’ il mio motto quotidiano, che tiro fuori proprio quando sono oin difficoltà e mi sembra che tutto mi cada addosso.
    Tante volte non ci si riesce da soli ma la scintilla deve partire da noi per poi aggregarsi.
    Improvvisare, perchè ad ogni azione succedono cose diverse e creatività, situazione, imprevisto la rendono unica.
    Adattarsi, perchè devi utilizzare i mezzi che hai in quel momento, la tua creatività, la tua astuzia e tutte le tue capacità, anche quelle nascoste.
    Raggiungere lo scopo, perchè solo con la determinazione interiore puoi trasmettere e contagiare i tuoi compagni affinchè anche loro lo siano.
    Per me Gunny è un film cult della mia infanzia e non smetterò mai di usarlo come esempio.


    https://youtu.be/XZ7GfE5GN4s

  • Weekend straordinario

    Uno strano weekend di … riposo.
    Gia, nelle stranezze del calcio c’è anche il fatto che in queste categorie, con diversi gironi, ci sia un turno di riposo perchè le squadre sono dispari.
    Vabbè, per uno come me è difficile da digerire, soprattutto se non si trova una amichevole per sopperire, ma incredibilmente è stato comunque una due giorni piena di impegni e di emozioni.
    Quando si è perennemente impegnati a correre dietro ai problemi e cercare di risolverli, ad ottemperare ad impegni programmati ci si dimentica che siamo sempre persone con sentimenti.
    Alleni una squadra di terza categoria, con ragazzi giovani che vanno dai 18 ai 23 anni (c’è anche un di 30) e all’improvviso …. PAM !!!… uno diventa papà, così lo chiami, lui ti chiama e ti fa pure una video chiamata per farti vedere la famiglia che si è allargata …
    Col calcio non c’entra niente eppure ti attanaglia il cuore che ti riempie di gioia.

    Poi dici “domenica pomeriggio, non si gioca, vado a vedere la partita di qualche avversario del girone” e torno dove ho vissuto un anno stupendo , forse il più bello dal allenatore, pensando cosa mi avrebbero detto al mio arrivo, tipo “sei venuto a spiarci” oppure qualche battuta ironica sgradevole … e invece … mi hanno abbracciato, baciato, accolto con un affetto incredibile.
    A loro non l’ho detto … ma mi sono commosso e mi ha cambiato la giornata. In mezzo ai miei ragazzi della Juniores … che ricordi. Dovevo rimanere solo per un tempo e invece .. .sono rimasto per tutta la partita, mi sentivo a casa e ho fatto fatica ad andare via.
    Poi si torna alle attività quotidiane e al lavoro da fare per domenica .. già … perchè domenica si gioca e abbiamo solo due allenamenti e i miei ragazzi meritano il massimo, anzi, il 110% esattamente come quello che voglio da loro.
    Sono fortunato, ho dei ragazzi stupendi, ma non basta sul campo, bisogna tirare fuori ben altro e quindi … lavoriamo !!!
    Tutto però condito da uno spirito rinnovato da questo weekend straordinario.

    Avanti tutta !!!



  • Work in progress, buona la prima … quasi.

    Dopo una lunga … lunghissima attesa si torna a disputare un campionato e per me comincia l’era della Prima Squadra al Sempione Half 1919.
    Dopo un lungo e duro lavoro, anche se siamo solo all’inizio e la strada è ancora lunga, siamo scesi tutti in campo con l’ansia e la curiosità di vedere cosa succedere.
    La squadra è nuova, il gruppo è nuovo, mettere tutti insieme e cominciare a fasarsi è importante ma non si può pretendere che tutto giri come un orologio svizzero dal primo momento e infatti il primo tempo è molto complicato perchè abbiamo cominciato a prendere le misure con gli avversari e con noi stessi, facendo molta fatica, sbagliando molto e andando in svantaggio per una nostra disattenzione … ci sta … poi però basta.
    E così è stato. L’ntervallo è servito per mettere a fuoco e tranquillizzarci.
    Nel secondo tempo la consapevolezza dei nostri mezzi ci ha permesso di prendere in mano la partita, sprecare molto e arrivare al pareggio.
    Alla fine però, nemmeno il fatto che loro siano rimasti in dieci ci ha permesso di raggiungere una vittoria che sarebbe stata stra-meritata, ma queste sono le partite e va bene così.
    “Quasi” buona la prima, ma almeno abbiamo rotto il ghiaccio.
    Adesso la testa alla prossima partita e avanti tutta !!!

    Forza Sempione Half


  • Inizia il ritiro 2021 !!!

    Cominciato il nuovo anno sportivo 2021/2022 tutto all’insegna della scoperta, dell’invenzione e della creatività.
    Costruire dal nulla mi è sempre piaciuto, anche se è molto difficile e faticoso, ma il risultato, soprattutto se è quello che dico io, poi gratifica oltre ogni misura.
    Prima squadra, Terza Categoria, tanta curiosità fa da contorno a questo nuovo progetto ed è molto entusiasmante.

    Dopo 10 giorni di preparazione NoStop e una amichevole, siamo finalmente partiti per il ritiro e in questo primo giorno abbiamo potuto lavorare con intensità sia sulla parte atletica che tecnica, ma soprattutto abbiamo cominciato a fare gruppo


    Anche sfide di rapidità visiva con giochi e sfide atte a migliorare l’attenzione e la coordinazione mentale.

    Ma il lavoro atletico e di forza non è mancato, anzi …
    E nessuno si è risparmiato.


    Per poi terminare la giornata a rifocillarci, con le gambe sotto il tavolo, mangiando un panino esagerato al Balmet del Farinel

    Forza Sempione Half !!!!


  • Ritrovare la voglia

    Dopo un anno e mezzo complicato a causa di qualcosa che con il Calcio e con tutto il resto non c’entra nulla, ma che è stato in grado di bloccare e terrorizzare il mondo intero, cerchiamo tutti di ripartire, di dare sfogo alle nostre energie. Beh … quasi.
    In realtà la pandemia ha lasciato i suoi strascichi non solo dal punto di vista economico e commerciale, ma anche dal punto di vista umano, mettendo in crisi soprattutto i più giovani.
    Ne sento parecchi che alla mia domanda “cosa hai in programma di fare adesso? Ricominci ad allenarti?” la risposta è pressocchè simile a “mmm, mister, non so se ho voglia di tornare a giocare”.
    Questo preoccupa e personalmente mi fa male.
    Sentire i giovani così remissivi fa male a tutti quelli che come me lavorano o hanno lavorato con i giovani, dai più piccoli ai più grandi.
    Ammetto che anch’io non sono stato immune a questo sentimento, ma amo troppo il Calcio per farmi buttare giù a lungo e sono già lanciato verso la nuova stagione, pieno di voglia e di speranza.
    Ora cerco di trasmettere questo mio sentimenti ai ragazzi, ai collaboratori e agli amici, perchè dobbiamo essere noi a voler riportare tutto com’era prima … e oltre !!!
    Avanti tutta !!!


  • Il gesto tecnico

    Nelle categorie di ragazzi più grandi, Juniores e prima squadra, ma ultimamente anche Allievi, vedo sempre di più porre l’attenzione su aspetti tattici invece che tecnici collettivi o individuali e la cosa un po’ mi infastidisce perchè il valore del gioco sta nei piedi dei giocatori, sia in forma individuale che collettiva.
    Sono fermamente convinto che la cose migliori si trovino nel mezzo, senza escludere niente, cogliendo il giusto da ogni aspetto, insomma … torno al mio concetto di EQUILIBRIO che metto alla base di tutto.
    Quindi non intendo escludere la tattica ma bisogna dare la giusta importanza alle cose e per me conta molto il gesto tecnico.
    Alleniamo di tutto, la mobilità, l’agilità, la rapidità, tutti aspetti fondamentali e poi spingiamo sulla forza, considerata fondamentale, lavoriamo su aspetti aerobici e anaerobici, oltre alla tattica appunto, ma tanti purtroppo tralasciano l’aspetto tecnico perchè .. perchè … già, tanti non ci voglio perdere tempo perchè doveva essere parte di quanto insegnato da più piccoli.
    Vabbè, qui non voglio commentare, anche se in piccola parte dovrebbe essere così.
    Sfugge il fatto che un ragazzo, un giocatore continua ad imparare e a migliorarsi lungo tutta la sua carriera, quindi non è da escludere.
    Quanti ragazzi sono capaci a fare un controllo di petto corretto?
    E un un controllo a seguire in uno spazio stretto ?
    Parlando si gesti individuali, ma se guardiamo anche i gesti tecnici collettivi sono convinto che si possa sempre migliorare e quindi vanno allenati.
    Mi riferisco agli uno/due di prima per farsi mandare in profondità o in sovrapposizione, la palla arretrata per il compagno che arriva per calciare in corsa …
    Il panorama di gesti da allenare è ampio e secondo me non va tralasciato perchè ricordiamoci che alla fine in campo ci vanno i ragazzi che devono metterci le loro capacità valorizzate e sfruttate dall’allenatore e non soffocate per spingere per esempio l’idea del tikitaka.