• Una buona giornata

    Una vittoria importante contro la prima in classifica.
    Siamo partiti male, sembravamo stanchi e senza fiato, senza grinta.
    Abbiamo fatto molta fatica e siamo andati sotto su una nostra disattenzione in difesa.
    Piano piano però abbiamo recuperato sicurezza e ci siamo sbloccati, pur non giocando bene e con Picerno ci siamo guadagnati un rigore importante realizzato da Aguirre.
    L’intervallo è servito a sgrullarci un po’, resettare e riprendere fiducia in noi stessi.
    Secondo tempo diverso, palla a terra, impostazione del gioco dal basso e meno lanci lunghi inutili e deleteri per il gioco.
    Anche tornando in svantaggio sempre per una disattenzione, abbiamo subito pareggiato con un bel tiro da fuori di Messina.
    A 10 minuti dalla fine Aguirre si guadagna un altro calcio di rigore che sempre Aguirre trasforma.
    Gli ultimi 10 minuti diventano 14 col recupero ma siamo riusciti a tenere il risultato senza rischiare troppo.
    Questo ci fa capire il nostro valore, perché siamo all’altezza degli avversari, e adesso siamo anche consapevoli che abbiamo buttato via un girone d’andata e ma anche che abbiamo intrapreso la strada giusta.
    Ci sono ancora molte difficoltà da superare, molte situazioni da aggiustare, ma siamo pronti a lavorare per farlo?
    Questo è il primo obbiettivo: essere decisi e determinati a continuare sulla strada intrapresa.
    Di sicuro è stata una buona giornata, ma è passata e dobbiamo già cominciare a pensare alla prossima.


  • Allenamenti e Serietà

    Argomento spinoso.
    La presenza e l’impegno in allenamento sono i due elementi che permettono di lavorare per costruire il risultato della partita.
    Ma prima ancora per costruire l’affiatamento, il gruppo e il proprio carattere.
    Purtroppo spesso accade il contrario, il carattere e alcune scelte condizionano presenza e impegno in allenamento.
    In questo periodo i ragazzi per vari motivi mettono altro davanti agli allenamenti, come l’università, il lavoro, la compagna, ma si arriva alla domenica e magari vogliono giocare a calcio … che spiritosi …
    Vengo da un mondo molto diverso, dove per conquistarmi il posto in campo la domenica e soprattutto per Vincere devi farti un “mazzo tanto” a tutti gli allenamenti della settimana.
    Adesso invece troppo facilmente altre cose vengono prima o magari non ci si organizza per potersi allenare.
    Questo è deleterio sia per il calcio che per la crescita umana dei giocatori.
    Condiziona anche lo spirito del gruppo quando si deve andare a giocare domenica.
    Quest’anno ho una rosa che si è ridotta via via a 21 giocatori, che sono pochi se si considera che si tratta di prima squadra, lavoratori, genitori, infortunati e Covid … si finisce sempre per essere contatissimi e far fatica ad andare a giocare le partite.

    Gli allenamenti sono una cosa seria, io li ho sempre svolti seriamente da calciatore e ancora di più da allenatore, ma i ragazzi di oggi fanno più fatica, troppe distrazioni e questo toglie molto anche ai risultati.
    Perché chi ha più fame ha anche più possibilità di vincere una partita, ma la fame si costruisce, non nasce dal nulla, nasce dai sacrifici che si fanno in settimana al termine dei quali dentro di noi cresce il sentimento di volere un risultato positivo a tutti i costi e ti porta ad impegnarti.
    Tutte le recriminazioni in caso di sconfitta, dopo una o più settimane di carenza di presenza e/o di impegno agli allenamenti, sono da evitare, cancellare dalla propria testa perché i primi colpevoli siamo noi stessi.

    Alcuni miei amici mi hanno detto “cosa vai ad allenare se sono in 4?” oppure “ma perché ti sbatti tanto che non ti dimostrano nemmeno la voglia di voler fare?” e presa così in superficie potrebbero avere ragione, ma non mi sembra corretto.
    Ho sempre detto che l’allenatore è come un padre di famiglia e come tale deve dare l’esempio, quindi anche se scende un ragazzo solo, io alleno e se non scende nessuno al campo io scendo ugualmente, perché mi sono preso un IMPEGNO con Società ma soprattutto con i ragazzi.
    Se non sono il primo a dimostrare impegno, determinazione e dedizione, come posso pretendere che lo facciano i miei ragazzi?

    Spero solo che prima o poi lo capiscano, perché vale in ogni ambito della propria vita, non solo nel Calcio.


  • Ripresa in salita

    E’ un momento delicato per il calcio dilettantistico in Lombardia e a Milano, perchè dopo un lungo (troppo) periodo di stop a causa del protocollo Covid, si riparte con o senza preparazione.
    Squadre fortunate che hanno avuto pochi casi di positività si stanno allenando da tempo, altre invece, come la mia squadra, hanno qualche difficoltà in più.
    Questa settimana, dopo alcuni allenamenti dove siamo stati in 9, 8, 6, ma anche in 2, siamo riusciti ad allenarci in 14 (sembrava un sogno) giusto venerdì, prima di un allenamento congiunto.
    Abbiamo giocato in una situazione veramente surreale, per le difficoltà atletiche dovuta alla mancanza di preparazione atletica, non avendo potuto farla, ma ho anche avuto molte soddisfazioni e informazioni per il futuro.
    Ora l’unica speranza è quella di tornare alla normalità in modo da essere tutti più sereni e di poterci allenare e giocare le nostre partite senza ingerenze esterne dovute a questa pandemia.
    Ora testa bassa e lavorare …

    Forza Sempione Half !!!


  • La scelta

    Oggi mi sono trovato a leggere un post dove ho trovati una esternazione mediatica del noto Pep Guardiola su quello che è semplicemente il suo calcio che riporto qui sotto.

    Nessuna descrizione alternativa per questa immagine

    Un estratto quindi poche parole da interpretare, anche se c’è già molto contenuto se vogliamo.

    Un commento dice “E la scelta?”
    Effettivamente alla prima lettura si direbbe che lui pilota la squadra come se giocasse a FIFA sulla sua PS4 ma non è proprio così.
    Lavora sui principi quindi è ovvio che si danno delle direttive sul come disporsi in campo a seconda delle situazioni, ma si deve tener conto che le situazioni cambiano continuamente e che si arriva solo fino ad un certo punto, poi bisogna saper leggere la partita da dentro il campo e fare delle scelte, soprattutto quando ti arriva la palla e, come dice Pep, GIOCHI.
    Le scelte ci saranno sempre, ma devi capire quali scelte hai a disposizione ed è su questo che Pep, ma direi anche qualunque allenatore, lavora.
    Se invece non do alternative, non stimolo la scelta, anche quella più coraggiosa, ingabbio i ragazzi sul campo e piano piano spengo la loro creatività e a ruota anche gli stimoli per fare meglio.
    “Giochiamo in profondità sull’esterno basso che va in sovrapposizione”. Bene, ma cosa vuol dire? Vuol dire Giochiamo profondo sull’esterno … ma poi … poi cosa fa? Deve scegliere cosa fare.
    E lì scatta la lettura del momento, di cosa sta facendo (o non sta facendo) l’avversario per fermarmi, chi tra i miei compagni può aiutarmi, la possibilità di affondare individualmente, pensare a cosa fare se non riesco nel mio intento ma senza perdere la palla, .. ecc…
    Come vedete di scelte da fare ci si sguazza.

    Trovo interessantissimo parlare di questi argomenti perchè ci si confronta ed emergono sempre considerazioni nuove e … anche delle idee.


  • Palla avanti, palla indietro

    Mamma mia, che argomento spinoso.
    Già … perchè passare la palla indietro sembra diventata una opzione impossibile, una inutilità oppure addirittura umiliante.
    Certo, continuiamo a giustificare la cosa dicendo che tutti vogliono attaccare lo spazio avversario, che bisogna spingere, che non si deve bighellonare col pallone per il campo … ma secondo me non è corretto.
    Diamo un significato tecnico e scientifico al gesto, anzi, al doppio gesto.
    Innanzitutto dare la palla in avanti, ovvero in appoggio, significa passarla ad un compagno che si trova più avanzato rispetto alla propria linea di posizione, mentre darla indietro, ovvero in sostegno, ad un compagno più arretrato di noi.
    Giocare la palla avanti e indietro in una azione corale dove, grosso modo, si riesce a giocare alternativamente una palla avanti e una indietro, crea un “turbamento” dell’azione difensiva degli avversari togliendo così molte possibilità di intercettare o recuperare facilmente la palla.
    Ipoteticamente e teoricamente è molto semplice per lo meno pensare di farlo, ma quando si passa alla pratica ….
    Eppure ci si può sempre lavorare e rendere il gioco anche un po’ più spettacolare.
    Non deve essere una prerogativa assoluta, perchè il calcio è fatto di molte cose, come l’1vs1, il tiro, le palle filtranti … ma tutto si può integrare a questo concetto che aiuta sia a verticalizzare sia ad allargare il gioco (ampiezza) cercando nei giusti tempi la profondità.

    Tutto dovrebbe partire principalmente dal settore giovanile.
    Qui sotto riporto un video trovato su youtube che trovo molto semplice e interessante.
    Due varianti di una esercitazione ottima per esordienti e giovanissimi.

    Un altra esercitazione interessante trovata nel WEB


  • Correre o far correre la palla ?

    In campo tutti vogliono giocare col pallone tra i piedi, tutti vogliono dribblare gli avversari, tutti vogliono tirare, ma … quando c’è da correre … ecco, qui c’è un problema.
    Giocare a Calcio è fatica e sacrificio, ma allo stesso tempo divertimento e gloria, quindi far collimare tutto quello che serve non è semplice.
    Per quello che mi riguarda, ma penso che sia un pensiero comune a tutti i Mister, la prima cosa è quella di essere in grado di correre tutta la partita o, come dico spesso, bisogna riuscire a correre due partite per essere pronti.
    Tuttavia in campo non servono solo i muscoli e i polmoni, ma anche il cervello e deve essere lucido, lesto per dare i risultati.
    Da qui mi viene in mente una celebre frase di Roberto Baggio “E’ sempre meglio far correre la palla. La palla non suda” che letta così sembrerebbe la mancanza di voglia di sacrificarsi, ma letta nel modo corretto è l’interpretazione del calcio più puro.
    Far correre la palla, vuol dire far correre gli avversari, e allo stesso tempo risparmiare energie in modo da arrivare nella miglior condizione possibile in fondo ad una partita.
    In fin dei conti abbiamo avuto molti esempi di questo calcio, dal Brasile di Pelè al Barcellona del TikiTaka … calcio brillante, spumeggiante dove non si correva come dei disperati fino a quando crampi e fiato ti costringevano al cambio, salvo situazioni particolari, ma si prediligeva far girare la palla in modo anche spettacolare.
    Oggi, dai miei ragazzi, non pretendo tutto questo anche perchè il gioco è cambiato e comunque è diverso categoria per categoria, ma saper giocare con precisione la palla e ottimizzare gli sforzi sono sempre alla base.
    Torno sempre ad un concetto per me fondamentale e di cui ho già scritto, l'”equilibrio”, e per questo cerco sempre l’equilibrio nell’assetto della squadra, in modo da permettere sia di saltare l’uomo, sia di fare qualche sgaloppata in profondità, ma pretendo che ci sia anche controllo delle proprie fatiche quando è il momento e soprattutto il palleggio di squadra che sia il più preciso possibile.
    Insomma, per me il calcio sta tra Gattuso e Baggio, magari prendendo il meglio del calcio possibile che si trova in queste due interpretazioni.
    Determinazione, cattiveria agonistica e voglia di gioco di squadra sono le fondamenta di tutto e poi … tutto il resto. Amen.


  • Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo !!!

    Era il 1986 e questo ragazzino di 13 anni si ritrova a vedere di nascosto un film un po’ “violento” intitolato Gunny con Clint Eastwood e questo evento segna fortemente la sua vita.
    Parlo in terza persona ma quel bambino ero io e come per tante altre cose vissute, questa è rimasta nel mio bagaglio.
    Sembra banale ma quando si è ragazzini, tutto quello che ci accade direttamente o indirettamente ci plasma e ci insegna tante cose, poi sta a noi distinguere il buono dal cattivo anche con l’aiuto di chi ci cresce.
    Nel mio caso questo film mi ha insegnato tanto che ancora oggi metto alla base di tutto.
    Dentro ci ho trovato DISCIPLINA, RISPETTO, ESSERE UN ESEMPIO, ALTRUISMO, SACRIFICO, DETERMINAZIONE, FARE SQUADRA e tante altre cosine.
    La cosa che mi è rimasta più nel cervello e che è ad oggi alla base del mio modo di essere è proprio questo “Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo” che cerco di trasmettere ai miei figli per crescere ma anche ai miei ragazzi giocatori per crescere sia come persone che tecnicamente come squadra, perchè nel calcio le cose si realizzano come collettivo.
    E’ il mio motto quotidiano, che tiro fuori proprio quando sono oin difficoltà e mi sembra che tutto mi cada addosso.
    Tante volte non ci si riesce da soli ma la scintilla deve partire da noi per poi aggregarsi.
    Improvvisare, perchè ad ogni azione succedono cose diverse e creatività, situazione, imprevisto la rendono unica.
    Adattarsi, perchè devi utilizzare i mezzi che hai in quel momento, la tua creatività, la tua astuzia e tutte le tue capacità, anche quelle nascoste.
    Raggiungere lo scopo, perchè solo con la determinazione interiore puoi trasmettere e contagiare i tuoi compagni affinchè anche loro lo siano.
    Per me Gunny è un film cult della mia infanzia e non smetterò mai di usarlo come esempio.


    https://youtu.be/XZ7GfE5GN4s

  • Weekend straordinario

    Uno strano weekend di … riposo.
    Gia, nelle stranezze del calcio c’è anche il fatto che in queste categorie, con diversi gironi, ci sia un turno di riposo perchè le squadre sono dispari.
    Vabbè, per uno come me è difficile da digerire, soprattutto se non si trova una amichevole per sopperire, ma incredibilmente è stato comunque una due giorni piena di impegni e di emozioni.
    Quando si è perennemente impegnati a correre dietro ai problemi e cercare di risolverli, ad ottemperare ad impegni programmati ci si dimentica che siamo sempre persone con sentimenti.
    Alleni una squadra di terza categoria, con ragazzi giovani che vanno dai 18 ai 23 anni (c’è anche un di 30) e all’improvviso …. PAM !!!… uno diventa papà, così lo chiami, lui ti chiama e ti fa pure una video chiamata per farti vedere la famiglia che si è allargata …
    Col calcio non c’entra niente eppure ti attanaglia il cuore che ti riempie di gioia.

    Poi dici “domenica pomeriggio, non si gioca, vado a vedere la partita di qualche avversario del girone” e torno dove ho vissuto un anno stupendo , forse il più bello dal allenatore, pensando cosa mi avrebbero detto al mio arrivo, tipo “sei venuto a spiarci” oppure qualche battuta ironica sgradevole … e invece … mi hanno abbracciato, baciato, accolto con un affetto incredibile.
    A loro non l’ho detto … ma mi sono commosso e mi ha cambiato la giornata. In mezzo ai miei ragazzi della Juniores … che ricordi. Dovevo rimanere solo per un tempo e invece .. .sono rimasto per tutta la partita, mi sentivo a casa e ho fatto fatica ad andare via.
    Poi si torna alle attività quotidiane e al lavoro da fare per domenica .. già … perchè domenica si gioca e abbiamo solo due allenamenti e i miei ragazzi meritano il massimo, anzi, il 110% esattamente come quello che voglio da loro.
    Sono fortunato, ho dei ragazzi stupendi, ma non basta sul campo, bisogna tirare fuori ben altro e quindi … lavoriamo !!!
    Tutto però condito da uno spirito rinnovato da questo weekend straordinario.

    Avanti tutta !!!



  • Work in progress, buona la prima … quasi.

    Dopo una lunga … lunghissima attesa si torna a disputare un campionato e per me comincia l’era della Prima Squadra al Sempione Half 1919.
    Dopo un lungo e duro lavoro, anche se siamo solo all’inizio e la strada è ancora lunga, siamo scesi tutti in campo con l’ansia e la curiosità di vedere cosa succedere.
    La squadra è nuova, il gruppo è nuovo, mettere tutti insieme e cominciare a fasarsi è importante ma non si può pretendere che tutto giri come un orologio svizzero dal primo momento e infatti il primo tempo è molto complicato perchè abbiamo cominciato a prendere le misure con gli avversari e con noi stessi, facendo molta fatica, sbagliando molto e andando in svantaggio per una nostra disattenzione … ci sta … poi però basta.
    E così è stato. L’ntervallo è servito per mettere a fuoco e tranquillizzarci.
    Nel secondo tempo la consapevolezza dei nostri mezzi ci ha permesso di prendere in mano la partita, sprecare molto e arrivare al pareggio.
    Alla fine però, nemmeno il fatto che loro siano rimasti in dieci ci ha permesso di raggiungere una vittoria che sarebbe stata stra-meritata, ma queste sono le partite e va bene così.
    “Quasi” buona la prima, ma almeno abbiamo rotto il ghiaccio.
    Adesso la testa alla prossima partita e avanti tutta !!!

    Forza Sempione Half


  • Inizia il ritiro 2021 !!!

    Cominciato il nuovo anno sportivo 2021/2022 tutto all’insegna della scoperta, dell’invenzione e della creatività.
    Costruire dal nulla mi è sempre piaciuto, anche se è molto difficile e faticoso, ma il risultato, soprattutto se è quello che dico io, poi gratifica oltre ogni misura.
    Prima squadra, Terza Categoria, tanta curiosità fa da contorno a questo nuovo progetto ed è molto entusiasmante.

    Dopo 10 giorni di preparazione NoStop e una amichevole, siamo finalmente partiti per il ritiro e in questo primo giorno abbiamo potuto lavorare con intensità sia sulla parte atletica che tecnica, ma soprattutto abbiamo cominciato a fare gruppo


    Anche sfide di rapidità visiva con giochi e sfide atte a migliorare l’attenzione e la coordinazione mentale.

    Ma il lavoro atletico e di forza non è mancato, anzi …
    E nessuno si è risparmiato.


    Per poi terminare la giornata a rifocillarci, con le gambe sotto il tavolo, mangiando un panino esagerato al Balmet del Farinel

    Forza Sempione Half !!!!