• Ritrovare la voglia

    Dopo un anno e mezzo complicato a causa di qualcosa che con il Calcio e con tutto il resto non c’entra nulla, ma che è stato in grado di bloccare e terrorizzare il mondo intero, cerchiamo tutti di ripartire, di dare sfogo alle nostre energie. Beh … quasi.
    In realtà la pandemia ha lasciato i suoi strascichi non solo dal punto di vista economico e commerciale, ma anche dal punto di vista umano, mettendo in crisi soprattutto i più giovani.
    Ne sento parecchi che alla mia domanda “cosa hai in programma di fare adesso? Ricominci ad allenarti?” la risposta è pressocchè simile a “mmm, mister, non so se ho voglia di tornare a giocare”.
    Questo preoccupa e personalmente mi fa male.
    Sentire i giovani così remissivi fa male a tutti quelli che come me lavorano o hanno lavorato con i giovani, dai più piccoli ai più grandi.
    Ammetto che anch’io non sono stato immune a questo sentimento, ma amo troppo il Calcio per farmi buttare giù a lungo e sono già lanciato verso la nuova stagione, pieno di voglia e di speranza.
    Ora cerco di trasmettere questo mio sentimenti ai ragazzi, ai collaboratori e agli amici, perchè dobbiamo essere noi a voler riportare tutto com’era prima … e oltre !!!
    Avanti tutta !!!


  • Il gesto tecnico

    Nelle categorie di ragazzi più grandi, Juniores e prima squadra, ma ultimamente anche Allievi, vedo sempre di più porre l’attenzione su aspetti tattici invece che tecnici collettivi o individuali e la cosa un po’ mi infastidisce perchè il valore del gioco sta nei piedi dei giocatori, sia in forma individuale che collettiva.
    Sono fermamente convinto che la cose migliori si trovino nel mezzo, senza escludere niente, cogliendo il giusto da ogni aspetto, insomma … torno al mio concetto di EQUILIBRIO che metto alla base di tutto.
    Quindi non intendo escludere la tattica ma bisogna dare la giusta importanza alle cose e per me conta molto il gesto tecnico.
    Alleniamo di tutto, la mobilità, l’agilità, la rapidità, tutti aspetti fondamentali e poi spingiamo sulla forza, considerata fondamentale, lavoriamo su aspetti aerobici e anaerobici, oltre alla tattica appunto, ma tanti purtroppo tralasciano l’aspetto tecnico perchè .. perchè … già, tanti non ci voglio perdere tempo perchè doveva essere parte di quanto insegnato da più piccoli.
    Vabbè, qui non voglio commentare, anche se in piccola parte dovrebbe essere così.
    Sfugge il fatto che un ragazzo, un giocatore continua ad imparare e a migliorarsi lungo tutta la sua carriera, quindi non è da escludere.
    Quanti ragazzi sono capaci a fare un controllo di petto corretto?
    E un un controllo a seguire in uno spazio stretto ?
    Parlando si gesti individuali, ma se guardiamo anche i gesti tecnici collettivi sono convinto che si possa sempre migliorare e quindi vanno allenati.
    Mi riferisco agli uno/due di prima per farsi mandare in profondità o in sovrapposizione, la palla arretrata per il compagno che arriva per calciare in corsa …
    Il panorama di gesti da allenare è ampio e secondo me non va tralasciato perchè ricordiamoci che alla fine in campo ci vanno i ragazzi che devono metterci le loro capacità valorizzate e sfruttate dall’allenatore e non soffocate per spingere per esempio l’idea del tikitaka.


  • Il possesso palla

    Questo è uno di quegli argomenti da trattare con i guanti perchè tutti pensano di sapere di cosa si tratta e sicuramente ci sono dei punti fermi sia sull’identificazione che sull’interpretazione di questo gesto tecnico.
    Certo, si tratta di un gesto tecnico, perchè ci vuole tecnica individuale e collettiva per metterlo in pratica.
    Ma è sufficiente? E siamo sicuri di sapere tutto sull’argomento?

    Mi sono fatto spesso queste domande e non vi nascondo che continuo a farmela perchè posso dire di avere la mia interpretazione e le mie idee, ma non sono valori assoluti bensì quello che penso io.
    Ultimamente viene associato alla partenza del gioco dal basso, ma in realtà è un concetto a sé che si può applicare in qualunque momento della partita e in qualunque fase, che sia difensiva o offensiva.

    Per me il concetto è semplice: se abbiamo noi il possesso, non ce l’ha l’avversario.
    Partendo da questo punto fermo possiamo sviluppare tantissime idee.
    Avere il possesso della palla vuol dire avere in mano il pallino del gioco, avere il timone del gioco, ma posso sfruttarlo bene oppure male.
    Nel mio modo di vedere il possesso, io lo associo al concetto di “equilibrio” (di cui ho parlato già in un altro articolo dedicato) perchè se ho il possesso, il rischio principale che corro è quello di perderlo e bisogna essere preparati nel caso questo succeda, prendendo delle contromisure immediate e il più risolutive possibili.
    Quindi l’equilibrio anche qui ha la sua importanza perchè col possesso di palla gestito male, con squilibrio magari in avanti, in caso di conquista da parte dell’avversario può portare ad un contropiede magari anche fatale.

    Il possesso, sempre secondo la mia visione, è un mix di difesa del possesso individuale, preciso palleggio collettivo (praticamente sotto forma di torelli o rondo), capacità di scelta per non rischiare inutilmente di perdere la palla sfruttando appoggio e sostegno, palla avanti e palla indietro.
    Ora possiamo capire che la difficoltà di allenare questo gesto parte dall’allenare la testa, perchè per mettere il pratica tutti i movimenti e le scelte migliori prima bisogna essere mentalmente preparati a farlo virtualmente, nella propria testa, ragionando, prendendo decisioni, facendo scelte rapidamente.

    Quali sono gli esercizi migliori per allenare il possesso palla ?
    Sicuramente i Rondo (o torelli) sono la base tecnica per farlo.
    Spesso si danno delle regole, dei limiti, entro le quali tenere il possesso, ma secondo me il modo migliore per farlo è proprio ridurre al minimo o addirittura togliere regole e limitazioni, preparare un campo, decidere quanti giocatori e mettere loro un pallone tra i piedi.
    Unico obbiettivo: non perdere il possesso del pallone.
    Allenare questo gesto senza regole secondo me è l’esercizio migliore, ma non lo ritengo il modo assoluto di giocare a calcio, perchè il possesso secondo il mio pensiero deve servire a gestire una situazione, a creare i presupposti per una azione offensiva che porti a tirare in porta (e magari a segnare).
    Un possesso fatto bene può servire dopo il recupero di un pallone a gestire la situazione, a rimettere tranquillità e a reimpostare per passare ad una fase offensiva che porti a concludere in porta.
    E’ qui che si svolge il lavoro di un allenatore, cercando di portare principi e concetti alla squadra con l’obbiettivo di farli assimilare.


  • La Visione Periferica

    Torno spesso sull’argomento “qualità della scuola calcio” perché sin da piccoli i bambini dovrebbero essere abituati a giocare, divertendosi, ma imparando, migliorando su vari aspetti tecnici individuali grazie alle stimolazioni date dagli istruttori educatori.
    Ho sempre trovato molto importante per il gioco collettivo la Visione Periferica (VP) perché avere la più ampia visione di gioco ti permettere di fare una scelta tra mille a disposizione. Se vedi poco hai anche poco da scegliere.
    Tante volte abbiamo sentito dire o abbiamo detto noi stessi “ti ho visto passare con la coda dell’occhio” … certo, è un modo di dire, ma fa capire benissimo cos’è la VP.
    Va allenata, come qualunque altra cosa, ma va anche stimolata e farlo quando sono ancora pulcini o esordienti permette di far loro assimilare una tecnica che in realtà serve anche per la vita quotidiana.
    Innanzi tutto ho sempre fatto distinzione tra VP Verticale e VP orizzontale, anche perchè la VP in realtà è a 360 gradi frontali.
    Diciamo che con queste due immagini esprimo il concetto.

    VP Orizzontale
    VP Verticale

    Ci sono innumerevoli situazioni in cui diventa importante la migliore gestione possibile di questa capacità, al punto tale che diventa una risorsa, una potenzialità che permette di creare una migliore sinergia tra il proprio gioco o la propria giocata e qualunque cosa succeda in campo, che si tratti del movimento di un compagno o di un avversario.
    Non aver allenato la VP nelle giovanili, diventa un grande limite quando arrivi alle categorie Juniores, Primavere o peggio ancora Prime Squadre.
    E’ comunque una situazione che secondo me può essere recuperata anche con la maggiore età, ma ci vuole applicazione e scioltezza mentale.
    Una situazione pratica in cui torna utile la VP verticale è poter giocare e ricevere palla, controllandola, tenendo lo sguardo alto il che permette di vedere cosa succede intorno (o meglio davanti) a me. In pratica quando ti gridano “alza la testa!!!” oppure “devi giocare a testa alta !!!”.
    Un’altra situazione può essere il compagno che si propone in sovrapposizione larga e, vedendolo partire con “la coda dell’occhio” lo si può eventualmente lanciare in profondità. Ovviamente è solo un esempio per far capire il concetto.
    Capite quindi quanto può essere importante stimolare questa abilità nel gioco del Calcio, ma quanto possa essere importante anche quando si attraversa la strada, quindi nella vita quotidiana.

    Ci sono esercitazioni che possono aiutare in tal senso e, cercando su internet, ne ho trovate alcune che ritengo utili, ma ci tengo a sottolineare che io inventerei, a seconda dei ragazzi che ho a disposizione, delle loro capacità e dei mezzi che ho a disposizione.
    Qui troverete anche attrezzi che non tutti hanno, come i LED che sempre più allenatori (me compreso) utilizzano.



  • L’importanza dell’ 1 vs. 1

    Negli ultimi 15 anni abbiamo perso alcune abitudini e ne abbiamo prese altre, sia da punto di vista tattico che dal punto di vista tecnico, ma quello che di più mi colpisce l’ambito della tecnica individuale.
    Il mio credo è “EQUILIBRIO” … in ogni cosa, sia nella vita personale sia in quella professionale ed è un po’ quello che cerco nelle mie squadre, nei miei giocatori, partendo dai principi ma creando la giusta elasticità.
    Arrivando al dunque, i fattori secondo me rilevanti a livello di tecnica individuale da portare al gioco della squadra sono Dribbling, di cui vi parlo adesso, ma anche Visione periferica, Tiro e Possesso di cui invece affronterò le problematiche prossimamente.


    DRIBBLING
    Ogni giocatore ha delle caratteristiche personali e quando una società acquista o ingaggia un giocatore lo fa per le sue doti e le sue caratteristiche, quindi ho un giocatore che sa saltare l’uomo, perché dovrei costringerlo ad un tiki-taka che annullerebbe semplicemente il suo valore?
    Troppe volte si vogliono le cose dai giocatori, dai ragazzi del settore giovanile, si desidera il risultato ma non gli si danno i mezzi e le informazioni per darli e questo è un problema.
    Tante volte non basta gridare “salta l’uomo !!! e poi passa la palla” anche se si tratta di un esercizio, ma servono informazioni e stimoli.
    Le INFORMAZIONI che servono a dare il “LA” al ragionamento possono essere degli esempi magari partendo dalle innumerevoli cose che si possono vedere in TV o su Youtube, dai disegni, gli schemi ecc….
    Gli STIMOLI sono forse i più importanti di tutti, perché per saltare l’uomo, il famigerato “1 VS. 1” ci vuole sicurezza in se stessi, nei propri mezzi e una voglia smisurata di essere là, oltre l’avversario e con la palla.
    Sulle Informazioni non mi soffermo troppo, ma sugli stimoli voglio dare una certa attenzione perché, come ho detto prima, non serve solo “pretendere” ma bisogna trasmettere sicurezza e mettere i ragazzi nella condizione di esserlo anche attraverso consigli, correzioni, osservazioni su quello che sta o sta cercando di fare.


    Nel calcio di oggi l’1Vs.1 è un problema perché si predica molto il possesso e il palleggio ma molto poco il dribbling e io non sono d’accordo.
    Sempre per il mio concetto di equilibrio, serve tutto, nella giusta misura insieme alla visione periferica e di squadra.
    A volte, nelle esercitazioni, mi invento situazioni dove forzo 1 dribbling + 1 passaggio + 1 smarcamento + 1 cambio di gioco proprio per portare a livello propedeutico a vedere queste situazioni miscelate tra di loro e magari ci faccio una seduta completa e la rivedo 2 giorni dopo e la settimana dopo ancora, mettendole anche come regole delle partite a tema.
    Poi organizzo partitelle dove li lascio liberi di giocare chiedendo solo di mettere in pratica i vari argomenti visti in allenamento.
    Li lascio comunque liberi di pensare, non sono automi, macchine, robot, sono persone, sono ragazzi che hanno voglia e ogni cosa che fanno giusta e sbagliata devono comunque ricevere critiche sia negative per gli errori sia positive, anche quando sbagliano, perché per stimolarli hanno bisogno di sentirsi anche gratificati per l’impegno. Questo li aiuta ad essere più sicuri di se stessi e a migliorare.

    Oggi manca l’ “1 Vs. 1”, ma andrebbe insegnato come una materia obbligatoria, di quelle importanti, che se non hai almeno la sufficienza rischi la bocciatura, una di quelle imprescindibili perché tutti devono saperlo fare, anche il portiere.


  • Mi alleno per crescere ….

    … e diventare più forte !!!
    Ho sentito parlare, nelle storie dei giocatori più famosi, della caparbietà sin da giovanissimi, ma anche da già professionisti, del tempo extra dedicato a migliorare i propri aspetti tecnici individuali e soprattutto quelli dei quali non erano soddisfatti, da cui pretendevano di più … è giù fatica, sudore e sangue.
    Oggi vedo meno questo aspetto sia nei giovani che negli altri, causa COVID vedo altresì aumentare la voglia di allenarsi e di migliorarsi, di sfruttare il tempo a disposizione, dato che non si gioca e ci si allena comunque in modo non sufficiente, per raffinare e migliorare se stessi su molti aspetti tecnici.
    C’è chi ama il “fai da te”, chi si avvale del grande “papà” che felicissimo si presta a questi momenti, chi chiede al proprio Mister, chi invece ad un allenatore specifico, addirittura che va alla ricerca di professionisti famosi pur di allenarsi come si deve … ma …
    Già, c’è sempre un ma, perchè non basta volere una cosa, bisogna essere anche disposti a sacrificarsi, a rinunciare ad altre cose per dedicarsi al proprio miglioramento, magari rinunciare al tempo con la Playstation o con lo smartphone che hanno fatto grandi danni in questo lungo periodo di inattività.
    Qui si scopre chi veramente ha voglia e cosa si è disposti a fare per raggiungere il proprio obbiettivo, quanto si è determinati e non è cosa da poco ai giorni nostri, tempi in cui tutti abbiamo tutto con la differenza che noi grandi ci siamo sudati tutto con il sacrificio mentre i più giovani no, non manca niente loro ma semplicemente perchè la società di oggi da tutto subito ed è un pessimo insegnamento.
    Quindi … avanti tutta con le lezioni individuali, anche da soli, con una palla, in un parco e tanta tanta caparbietà, non mollare mai, cercare ogni volta di fare quel mezzo passo in più, avanti, per migliorarsi, per diventare più bravi e continuare a inseguire un sogno, anche oggi che fanno di tutto per impedircelo.
    Anch’io nonostante passino gli anni ho i miei sogni da inseguire … forse sono riuscito a rimanere un po’ bambino, quel tanto che basta.


  • La ricerca dello spazio

    Mi sono trovato di recente a riaffrontare le basi della ricerca dello spazio, dello smarcamento sia in fase offensiva che in quella difensiva, accorgendomi quanto sia una materia sottovalutata soprattutto in ambito giovanile.
    Allenando una Juniores, ragazzi dai 17 ai 21 anni, mi sono reso conto che spesso questi concetti base sono stati tralasciati durante la loro formazione tecnica o sono stati trattati in modo superficiale, comportando difficoltà nel continuare a costruire qualcosa che possa farli crescere tecnicamente.
    Per ovviare a tutto questo ho deciso, diversamente da quello che sarebbe l’istinto umano, di non perdermi d’animo e di affrontare con loro questo e altri aspetti tecnici che non hanno mai approfondito.
    Ho improvvisato spesso, inventato e anche copiato esercitazioni soprattutto con la palla e collettive che portassero all’obbiettivo: LA RICERCA DELLO SPAZIO.
    Parlo di RICERCA e non di CONQUISTA perché secondo me sono due situazioni simili ma distinte che voglio trattare separatamente.
    Secondo la mia esperienza personale ricerca dello spazio e smarcamento vanno a braccetto, anzi, spesso si identificano e comportano anche aspetti psicologici importanti.
    Per esempio, se per smarcarmi ed essere utile al mio compagno che ha il possesso vado ad occupare uno spazio libero ma comunque circondato a distanza da avversari, so che mi prendo anche qualche rischio ma ho il coraggio di farlo.
    Tuttavia vedo dai ragazzi fare scelte che spesso sfociano in sentimenti molto diversi.
    Il primo fra tutti è quello dell’incoscienza intesa come “scelgo di fare una cosa senza riflettere e spesso sbaglio o mi va male”, mentre il secondo è dettato dal timore della perdita del possesso quindi non mi rendo disponibile al compagno portandolo a scegliere azioni conservative per mantenere il possesso e magari mettendolo anche in difficoltà.
    La ricerca dello spazio deve essere una cultura da coltivare sin da piccoli perché è quello che permette di fare gioco di squadra, non necessariamente palleggio estremo o tiki-taka come direbbe qualcuno, ma consapevolezza che si lavora di più senza palla (e magari per aiutare il compagno che ha il possesso) che con la palla.


  • Dove stiamo andando?

    Siamo in un momento storico molto complicato, difficile da vivere e per sopravvivere alla situazione che si è andata a delineare per lo sport, per la scuola, per il lavoro e più in generale per la libertà personale e collettiva.
    Una delle cose che mi ha fatto male in questi giorni è sentire uno dei miei ragazzi chiedermi “Mister, ma lunedì ci alleniamo, vero?” e di dovergli rispondere negativamente in attesa degli sviluppi politici sui divieti.
    Fa male vedere la delusione sul suo volto e su quello degli altri ragazzi che scalpitano, hanno voglia di essere liberi di correre sul campo da calcio col pallone e soprattutto avrebbero voglia di giocarsela, di avere un campionato, uno scopo, un obbiettivo.
    Il fatto di vedere comunque che i professionisti possono giocare e loro no è inspiegabile.
    Mi auguro che le cose nel più breve tempo possibile cambino e si possa tornare rapidamente alla normalità.
    Tutti ne abbiamo bisogno.


  • La Motivazione

    In questo momento storico tutto viene messo in discussione.
    Colpa degli eventi, ma anche della nostra fragilità, dei nostri limiti che tuttavia sono più che legittimi, abituati grazie alla società moderna ad avere tutto a portata di mano, senza fare troppi sacrifici, senza doversi sudare oltre modo le proprie conquiste.
    Ma di fronte a tutto quello che sta accadendo ci sono situazioni che ci impongono di riflettere oltre ovviamente ad andare oltre e a cercare le soluzioni più che le responsabilità.
    Nel mio piccolo, da allenatore mi trovo a dover essere inevitabilmente anche un motivatore per i miei ragazzi, ma senza dirlo apertamente, bensì facendo tutto quello che posso che riesco e che serve per dare loro un obbiettivo affinché non perdano la voglia di giocare e di impegnarsi.
    Come sosterranno anche tutti i miei colleghi che ovviamente si trovano nella mia stessa situazione posso affermare che non è assolutamente semplice e che bisogna impegnarsi per dare motivazione anche a noi stessi.
    Già, perché purtroppo dobbiamo tenere conto anche della nostra psiche e bisogna cercare di essere più forti di quello che crediamo o pensiamo di essere.
    Personalmente mi aggrappo ad ogni piccolo spiraglio e speranza che tutto si risolva il prima possibile e prendo tutto quello che mi viene concesso di fare cercando di farlo fruttare al 110%. In Società ormai mi conoscono e sanno che sono un discreto rompiballe, ma spero si capisca che è per i ragazzi e perché non si perdano.
    L’avvento del Vaccino spero porti in tempi brevi la soluzione a tutti i nostri problemi legati a questo folle periodo.
    Nel frattempo mi sento di incoraggiare tutti, ragazzi e colleghi, ad andare avanti e a non mollare l’osso !!!