E’ il momento di pensare ai nuovi progetti, alla nuova stagione, ad un gruppo nuovo e a obbiettivi da raggiungere quindi bisogna cominciare a lavorare in un certo modo.
Sicuramente si devono pianificare le attività, il lavoro estivo da far fare, ma bisogna anche cominciare a conoscere i ragazzi che a loro volta devono cominciare a capire chi sono il Mister e lo staff che li seguirà per la nuova stagione ed è qui che bisogna fare la differenza, bisogna essere o diventare leader del gruppo … e non boss.
Per me la differenza è sostanziale e sostanziosa, perché si tratta di due modi di porsi decisamente diversi e mentre essere leader è una condizione positiva che incentiva e coinvolge, quella di boss invece è unilaterale dove non c’è dialogo o confronto ma solo una figura che comanda mentre l’altra obbedisce.
Inutile dire che secondo me sia meglio essere “leader”, ma ce lo si deve guadagnare, sul campo, tutti i giorni, parlando e facendo valere le proprie convinzioni, ma senza costrizioni e forzature.
Una parte del lavoro che mi affascina e che mi piace particolarmente perché mi permette di essere umano, sincero e trasparente con i ragazzi e allo stesso tempo mette tutti in condizioni di serenità e di collaborazione dove il divertimento diventa qualcosa di semplice e naturale.
Avanti tutta.
Forza J Cusano !!!
-
-
La mia Vittoria più bella
Chiunque viaggerebbe subito con la mente nei ricordi delle partite giocate, con la pioggia, il freddo, il fango se non era sintetico, oppure ai risultati ottenuti con i coltelli tra i denti o alle più sofferte … e devo ammettere che l’ho fatto anch’io, ma succedono cose che vanno oltre e riesci pure a spiegartele, con una soddisfazione che va oltre ogni limite.
Così la prima domenica di Luglio mi sono trovato a trascorrere una splendida giornata con i miei ormai ex-ragazzi del Villapizzone tra birre, risate e ricordi … una soddisfazione incredibile. Mi sto commuovendo, capita.
Il risultato più bello di tutto quello che ho dato a questi ragazzi e vederli insieme, un gruppo unito, pronto alla prossima sfida anche se la prossima sfida non ci sarà.
Sanno e ne parlano. Chi andrà in prima squadra e chi continuerà con la Juniores. Chi non sa cosa fare, se smettere o provare a cambiare.
Eppure una giornata tutti insieme come se il tempo fosse ancora fermo a fine febbraio, pronti a ricominciare.
Questo è forse il premio più bello che potevo ottenere.
Certo, la vittoria del campionato sarebbe stato bellissimo, il giusto coronamento degli sforzi fatti, ma la soddisfazione di essere riuscito a creare un gruppo e un affiatamento come questo è impagabile.
Questa è la vittoria più bella, ancora una volta tutti insieme tra scherzi e sorrisi. Qualcosa che non potrò mai dimenticare.
Cominciamo tutti una nuova avventura e io mi porterò dietro questa bellissima esperienza con la voglia di continuare a costruire, ad affiatare e fare squadra.
Un abbraccio ai miei ragazzi … che saranno sempre i miei ragazzi.
-
Si comincia !!!
Aspettavo da tempo di poter calcare nuovamente il campo da calcio, di ritrovare un gruppo da allenare, da costruire e far crescere e perchè no … far vincere.
Ora ci siamo, ho già incontrato un po’ di ragazzi e di genitori, nonni, zii.
Il pensiero adesso è tutto rivolto a mettere le basi, vedere tutti i ragazzi a disposizione, fare valutazioni che poi porteranno inevitabilmente a fare delle scelte, magari anche difficili, ma che andranno fatte.
E poi … ah … organizzare le esercitazioni in modo che mettano me e Salvo nelle condizioni di valutare correttamente le capacità tecniche, ma non solo, di ogni singolo.
Non abbiamo molto tempo, fino al 9 luglio, ma faremo il possibile.
Non conosciamo i ragazzi ma il discorso è stato fatto in modo chiaro e sincero: il posto va conquistato e non potremo tenere tutti.
Dovremo anche pensare a nuovi innesti, di qualità, difficili da trovare, ma ce la metteremo tutta … come sempre … fino alla fine.
Forza J CUSANO !!!
-
J. CUSANO 1913
Terminata una stagione fantastica con la Juniores del CDA Villapizzone, arrivando come la seconda miglior seconda della Lombardia, la prima miglior seconda Milanese, a 1 punto dall’Afforese promossa ai Regionali, con questo Covid che ha un po’ rovinato un cammino che poteva avere un esito ben più positivo, tutto ricomincia ma su una strada diversa.
Saluto con affetto la società CDA Villapizzone, amici, colleghi e soprattutto i ragazzi, i miei ragazzi, che con me hanno fatto un percorso bello, intenso e indimenticabile.
Ora tutto riparte con una nuova avventura, una voglia e una determinazione incredibili, con un nuovo staff e con un nuovo gruppo di ragazzi, un gruppo da costruire e far crescere.
Non vedo l’ora di ricominciare, di mettermi in gioco sia con i giocatori che con la società, ma soprattutto con me stesso.
Un nuovo compagno di viaggio, Salvatore Vesco, mi accompagnerà in questo nuovo percorso e sicuramente metteremo tutto noi stessi.
Siamo pronti.
Si parte
Forza J. Cusano !!!
-
L’ALLENATORE AI GIORNI NOSTRI
La prima cosa che mi sento di precisare è che parlare di Allenatori e parlare di Educatori Sportivi, oggi più che mai, è una distinzione indispensabile perché rappresentano due momenti diversi ed importantissimi sia di evoluzione della persona stessa sia del percorso diverso che fanno e che fanno fare ai loro ragazzi/giocatori.
Mi focalizzo per una volta sull’aspetto personale che coinvolge anche me, cioè quella dell’Allenatore/Educatore, alle sue scelte, alle sue aspirazioni e alle opportunità che può cogliere.Dedicarsi alla Scuola Calcio vuol dire fare di tutto, sia dal punto di vista educativo sportivo, sia dal punto di vista tecnico perché rappresenta il periodo più delicato di formazione di base, quella che crea le fondamenta umane, caratteriali e tecniche del ragazzo … ma anche dell’istruttore stesso.
Infatti facilmente sfugge quello che accade a chi come noi comincia con il gestire squadre di bambini dei primi calci o dei pulcini dove la prerogativa è che giochino e si divertano, mentre quello che si acquisisce nel gestirli è un bagaglio personale che rimane, che non sparisce, perché quando allenerai un ragazzo adolescente saprai capire meglio da dove viene, da quale ambiente, quali esperienze e soprattutto quale carattere ha, proprio perché hai conosciuto prima la fase da “bambino”.
Certo, non è facile, anzi, molto difficile, non c’è niente di già scritto o certo, tutto cambia con talmente tanti parametri che ogni esperienza è diversa dall’altra ed è qui che si tempra l’Allenatore o Educatore Sportivo.
Molti sono soddisfatti del mondo dei piccoli e piace talmente tanto che non vedono la necessità di cambiare, salire di categoria, preferendo rimanere nel mondo dove forse sono tutti più sani (tranne i genitori, ma qui dovrei aprire una parentesi … che non apro).A quelli come me però l’agonismo, la voglia di crescere, di migliorarsi, non passa dopo aver appeso le scarpette al chiodo e se si è innamorati del rettangolo verde, del creare un gruppo, del gestirlo e di coordinarlo per vincere, la Scuola Calcio sta un po’ stretta.
Una delle strade percorribili è proprio quella che concedono alcune società, dando la possibilità di formarsi dai piccoli fino a farti arrivare all’agonistica. Percorso che ipoteticamente potrebbe aprire la strada verso orizzonti sempre più di livello.
Questo secondo me comporta tuttavia il “fossilizzarsi” e rimanere sempre nella stessa realtà, la stessa società e lo stesso ambiente, rimanendo quasi ingabbiato e limitando la propria esperienza.
Nel momento in cui crescendo si tenta di cambiare, viene nuovamente proposto di ripartire dai piccoli perché le società desiderano conoscerti meglio, ma un anno, due, tre, trascorrono e ti ritrovi dov’eri prima.
Forse mancano le occasioni, le conoscenze, i cosiddetti “agganci” e magari per molti mancano anche le competenze, ci mancherebbe, d’altra parte non bisogna mai sentirsi arrivati o superiori agli altri e bisogna saper accettare anche di non essere all’altezza, ma … le opportunità?
Trovo disagio ad affrontare l’argomento perché potrebbe sembrare un tipo di lamentela che sinceramente infastidisce anche me, quindi sorvolo.Tuttavia il lavoro svolto e l’impegno anche nel formarsi (spesso a spese proprie) per essere più competenti e diventare più bravi, sono fondamentali ma anche poco considerate.
Quindi, essere Allenatore ai giorni nostri non è facile o meglio non è facile diventarlo e ancor meno dimostrarlo, ma siamo cresciuti sul campo, lottando per un pallone che per me ha sempre rappresentato la vita. Combattere quindi per crescere e diventare un allenatore da competizione credete che faccia paura? Non fa paura a nessuno di noi, anche perché il pallone non ci ha mai spaventati, anzi, se mai è linfa vitale che ci spinge ogni giorno.
-
Torniamo sul campo ?
In questo periodo di assenza dal rettangolo di gioco mi sono spesso sentito un po’ perso e triste, ma credo che succeda a tutti coloro che vivono il gioco del calcio come me.
Mi sono confrontato con amici e colleghi sul da farsi, su come affrontare questa “malinconica” impossibilità di essere se stessi, ho seguito webinar a non finire, finendo per non trovarli nemmeno più interessanti, ripetitivi, alcuni anche inutili, in pratica una overdose di cultura calcistica … già, perché il troppo è troppo e rischia di fare peggio.
Poi, dopo mesi, arrivano le direttive della Federazione ma … non ci si capisce niente, perché da un lato sembrerebbe di vedere la luce all’orizzonte e di poter tornare a breve alla normalità, dall’altra tutta una serie di paure, di non volersi prendere certe responsabilità, al contrario troppe responsabilità sulle società sportive, portano ad un ingessamento di tutta la filiera dal settore giovanile fino ai dilettanti e questo fa male a tutti, anche a chi non vive il calcio perché gli tocca sopportare sofferenze e mugugni di chi invece lo vive come forte passione.
Restiamo in attesa di tornare ad essere noi stessi nella speranza che la lungimiranza, di chi deve decidere, prenda il sopravvento sulla paura incondizionata di ogni cosa.
-
L’importanza del mantenimento estivo
Le categorie professionistiche hanno raggiunto dei punti fermi per la ripartenza e una sorta di asterisco per il futuro, ma per le categorie che seguono è tutto un po’ fumoso, anzi, se parliamo di dilettanti e giovanili possiamo solo chiederci come mai ancora non si sappia niente, nessuna decisione o prospettiva, anche in termini provvisori.
Niente di niente.
Società sportive, allenatori e giocatori in balia del …. di cosa? Del futuro? Quale? Siamo in attesa di conoscerlo.
Ora resta da pensare solo ai ragazzi e al loro mantenimento fisico perchè nel momento in cui dovesse arrivare la notizia della ripartenza e di quando dovrebbe avvenire, bisogna preservarli nella forma fisica e proteggerli dagli infortuni.
Sarà fondamentale l’attività fisica che riusciranno a svolgere fino al momento in cui dovranno ricominciare la preparazione e allo stesso modo anche l’attenzione di allenatori e preparatori nel farli riprendere con i giusti ritmi e senza traumatici rischi fisici per preservarne le capacità e aiutarli a raggiungere il prima possibile, ma nel modo corretto, la preparazione necessaria per affrontare il nuovo campionatoDi seguito la mia proposta adatta ad una Juniores (ma anche prima squadra) per un mantenimento fisico estivo importante ed impegnativo.
-
Moduli o Principi ?
In questo periodo di ferma forzata noi allenatori ci arrangiamo un po’ come possiamo.
C’è chi si dedica ad altro, chi impazzisce dalla noia, chi studia … e se studia vuol dire che si fa anche domande.
Quest’ultima situazione, che coinvolge anche me, diventa interessante e tra le tante cose mi porta a riflettere su cosa darò alla mia squadra del futuro, per idea, filosofia, tecnica, tattica e tutto quello che ne concerne.
Mi sono trovato quindi a seguire dei corsi online, dei webinar, mi sono andato a scaricare partite degli ultimi due anni, sia di squadre nazionali sia estere, soprattutto inglesi e spagnole, ho cominciato a guardare e riguardare situazioni, movimenti, posizioni del giocatori, ma anche scelte, situazioni, insomma … per me uno spettacolo incredibile.
Da qui mi sono imbattuto in un argomenbto già affrontato grazie a Moreno Longo, allenatore del Torino, che mi ha posto davanti ad un concetto che condivido e che già cerco di mettere abitualmente in atto: la dinamicità del gioco.
Cosa intendo. Intendo dire l’insieme dei concetti di “modulo” e di “principi”.
Grazie ad alcune sue osservazioni mi sono spinto oltre le idee e le considerazioni che avevo già ed ho scoperto che erano solo di superficie, che in realtà potevo approfondire parecchio l’argomento e così ho cominciato a fare e ci sto ancora lavorando.
Un po’ di considerazioni però sono già finite nel mio bagaglio personale.
Estremizzare è limitativo, mentre dosare, miscelare e inventare è l’infinito.
Così mi sono detto che il modulo per impostare la squadra è importante, ma non è tutto e che servono dei principi per gestire le situazioni.
Solo il modulo o solo i principi sarebbe limitante, mentre il mix e l’interpretazione di questi due aspetti ti rende agile e ti permette di gestire le situazioni che si vengono a creare in partita in modo dinamico.
Per spiegarmi meglio, le mie ultime squadre hanno giocato col modulo 1-4-3-3 o 1-4-3-1-2 … bene … e io direi “e allora?”, perchè che mandano tutto per aria sono gli avversari, le situazioni sempre diverse che potremmo trovarci davanti.
Ecco che entrano in gioco i principi, per i quali si può lavorare in ampiezza, profondità, per linee verticali od orrizzontali … ecc.. a seconda delle scelte di gioco, delle caratteristiche dei giocatori propri e avversari o a seconda delle situazioni che si vengono a creare in campo.
Essere DINAMICI, secondo me, vuol dire che il modulo deve essere un mezzo flessibile per gestire le varie fasi della partita, quindi potrei affrontare la fase difensiva con un bel 1-4-4-2 ma ripartire in fase offensiva con 1-3-5-2, solo per fare un esempio, poi però bisogna pensare a cosa succede all’interno di queste fasi e potrei avere un giocatore, abitualmente difensore, che tuttavia si trova a supportare se non a portare a termine un’offensiva di contropiede così come potrei aver bisogno che la mia mezzala scenda a fare l’esterno basso per far ripartire il gioco e togliere riferimenti di marcatura a centrocampo.
Quindi MODULI e PRINCIPI … un mondo immenso che può permettere a noi allenatori e ai giocatori di essere creativi per un gioco più divertente e brillante.
Approfondiremo l’argomento appena potremo tornare sul campo: il mio Habitat naturale.
-
Virusfobia
Eccoci ad affrontare giorno dopo giorno una nuova sfida: capirci qualcosa.
Certo, perchè noi non siamo vittima del virus ma di tutto il comparto mediatico che ne consegue.
Ogni mattina io stesso mi alzo pensando “appena arrivo in ufficio controllo le statistiche aggiornate per vedere come sta andando”, poi leggo il giornale, mi faccio dare l’altro giornale letto del mio capo, poi … poi cosa … avanti di questo passo uno potrebbe buttarsi dalla finestra.
Col carattere che ho mi salvo perchè cerco sempre il bicchiere mezzo pieno, cerco gli aspetti positivi, ma non vuol dire che non sia arrabbiato con la situazione e soprattutto con la gestione che viene messa in atto dalle autorità preposte.
Egoisticamente parlando sto aspettando la sentenza definitiva da parte della federazione riguardo al mio campionato, Juniores provinciale, che come gli altri campionati giovanili dilettantistici dovrebbero terminare qua e risolversi in un annullamento degli stessi, senza promossi o retrocessi.
Solo che ancora non si sono espressi tenedo tutti sulle spine perchè … perchè stiamo patendo la VIRUSFOBIA… questa fobia del virus che annebbia il cervello e impedisce l’atto di prendere decisioni intelligenti, fa guardare solo alla paura di non guadagnare o di perderci dei soldi invece di guardare oltre la siepe, oltre il fiume, oltre l’ostacolo e a quello che dovremo fare per la nuova stagione.
Ci dobbiamo rimettere in gioco, magari qualcuno dovrà cercare strade nuove, nuovi obbiettivi e nuovi stimoli, ma fa parte del gioco … non della pandemia.
Siamo in tanti a voler tornare a fare quello che ci piace di più o che amiamo di più, a fare Calcio, ma non sembrano ascoltarci.
Il mio pensiero però va principalmente a tutti i ragazzi (e soprattutto ai miei) che sono bloccati a casa a studiare (e questo è un bene, il mio bicchiere mezzo pieno) e, non potendo giocare o allenarsi, a guardare vecchie partite o a giocare a FIFA o PES.
Non facciamoci prendere da questa FOBIA.
-
Periodo di transizione
Ho definito questa situazione “surreale”, perchè non riesco a capacitarmi di rimanere segregato o di uscire con una mascherina addosso ed eventualmente incortrare seppur raramente qualcuno, ma con la mascherina.
Mi sono tornati in mente tanti film catastrofici assurdi e non credibili, soprattutto americani, ma soprattutto VIRUS LETALE (1995) che comunque ha dell’assurdo.
Eppure più assurda della realtà non c’è niente.
Quindi cosa fare? Stiamo qui a piangerci addosso o guardiamo avanti e ci cimbocchiamo in qualche modo le maniche?
Sono una persona positiva, che cerca sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno, e sono consapevole che sia una fortuna avere qusto carattere, quindi senza riflettere troppo mi sono buttato su quello che sarà una volta trascorso questo periodo.
Vent’anni fa sarebbe stato un disastro, mentre oggi abbiamo la fortuna di avere una tecnologia che ci permette, pur provvisoriamente, di mantenere i contatti, di studiare, di inventare … grazie alla tecnologia ci salveremo.
Quindi ho cominciato a seguire WEBINAR che non potevano che non trattare di CALCIO, tenere i contatti con i miei ragazzi con WHATSAPP, rivedersi tutti insieme usando una delle tante piattafome di VIDEO CONFERENCE, ma l’ultima invenzione le batte tutte … lo STREAMING su YOUTUBE per tenere in forma i miei ragazzi o almeno chi ha il tempo e la voglia di farlo.
In questo momento mi sento quasi un PERSONAL TRAINING e spero che dia i suoi frutti.
Nel frattempo giova a me, perchè mi permette di tenermi in movimento e in forma, cosa molto utile anche dal punto di vista psicologico.
Ho provato a proporlo anche ai miei dirigenti di squadra, ma non ho ancora avuto un riscontro. Chissà … hahahaha
Vi lascio qui sotto l’elenco dei mezzi utili e gratuiti che utilizzo abitualmente. Forza e teniamo duro !!!
#cdavillapizzone #gialloviola #juniores
Per comunicare da soli o in gruppo con AUDIO e VIDEO:
Whatsapp (fino ad un massimo di 4 utenti contemporanamente)
Facetime (IOS)
Skype (forse il più storicamente conosciuto)
Per le VIDEOCONFERENCE:
Zoom
Hangout (Google)
Per lo STREAMING
Youtube